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MARIA D'ANNA
RITUALITA'

 

Sono garze che, nella sovrapposizione, nello srotolarsi verticale, nel disporsi parallelamente, nel loro depositarsi sulla tela o nel loro edificarsi in direzione totemica, condensano i grumi della pittura, oppure frammenti di materia vegetale; nel comporsi e dilatarsi spalancano traiettorie di luce in cui si agitano parvenze di cieli trasparenti, visioni auree, ipotesi di corpo e di carni trafitte. Maria D’Anna prosegue per percorsi solitari, fuori da ogni tracciato, alla ricerca di artifici astratti in cui l’orma del reale è circoscritta agli elementi della vita: acqua, aria, terra, fuoco, affidando ad essi una funzione visiva che trascende la realtà per diventare spazio della mente. Così ogni benda diventa filamento di un vissuto, massa lievitante, architettura che si evidenzia nella luce e nella luminescenza di tinte che si ripetono nella variazione minima dei timbri, secondo un moderno ritmo che affonda le sue radici nel colore della figurazione bizantina e gotica. Per questo, anche le opere di bagliore accecante, trasformano l’evidente spettacolarità in una intimità poeticamente vissuta, secondo una elaborazione scenografica dello spazio che vive di sole suggestioni. Ne deriva una architettura cromatica che non è fuga decorativa nell’incanto ma presenza di segno e di linea, di macchie e di fiamma, di neri, di sangue e di lacrime, rivelando la completa adesione dell’artista al processo creativo, in cui confluiscono sofferenze, angosce e gioie; mai certezze, semmai dubbi e ancora dubbi, sciorinati nella trasparente lunghezza di ogni benda. Sia che dipinga, sia che si rivolga alla spazialità dell’installazione o alla sperimentazione video, Maria D’Anna narra la sua emozione scacciando ogni materialità, trasformando anzi la materia in spirito lirico che tende a trasfigurarsi nella categoria di una personale religiosità, espressa in simbolismo mistico, in cui ogni filosofia cammina parallela. Nella creazione compendia la storia dell’uomo, trafitta dall’estasi, sconvolta delle rivelazioni. Allora l’universo appare in singolari brillii, in acquose trasparenze, nell’incendio del sole, nell’insondabile presenza dell’essere. In tal senso Maria D’Anna attinge alle sorgenti della mistica e della liturgia, facendo della pittura, un rito.


Marcello Palminteri

in Maria D'Anna. Rifrazioni dal reale
a cura di Ermenegildo Frioni, Pasquale Lettieri, Marcello Palminteri
t
esti critici di Paolino Cantalupo, Pasquale Lettieri, Marcello Palminteri
catalogo della mostra omonima
PAN Palazzo delle Arti, Napoli
30 gennaio - 13 febbraio 2017
FriArte


 
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