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CARLO BERNARDINI
LUCE MATERIA FORMA

 

La luce intesa come ridefinizione dell’oggetto e dello spazio è sempre stata alla base della ricerca di Carlo Bernardini che, già dai primi anni ’90, attraverso pigmenti e fosforo, realizzava opere la cui esposizione alla black light generava duplici condizioni visive, ora proponendosi nella loro veste reale, ora trasfigurandosi nella proiezione del fascio luminoso. Dalla bidimensionalità alla tridimensionalità il passo è breve: l’artista indaga l’inganno dello spazio, l’illusione delle dimensioni, l’imprevedibilità della visione nella percezione dello spettatore. Tubi d’acciaio e fibre ottiche, proiettando nel luogo d’accoglienza ombre e luci, rivelano la forma della scultura nei pieni e nei vuoti, nel vero e nell’apparente e tutto possiede una stessa consistenza visiva. Come scrive lo stesso artista “la luce ha la proprietà di plasmare la nostra percezione delle cose. Riuscendo a permeare le nostre capacità percettive modificandole, può demolire i muri di confine di uno spazio e costituire un altro spazio in luogo del primo. Un linguaggio visivo basato su un fenomeno immateriale come la luce, conduce proprio la nostra percezione dello spazio al confine tra reale ed illusorio, ponendo in questa logica i suoi cardini sulla ricerca e sulla sperimentazione pura.” Alla scultura si addice la forma, il riempimento; nel percorso astratto del Novecento, attraverso Brancusi e Calder sino ai minimalisti Flavin e Serra e ancora con Melotti, Zorio, Scirpa o Uncini (solo per citarne alcuni …), si definiscono geometrie possibili ed impossibili, si praticano nuove contaminazioni tra materiali e tecnologie. Si apre, in definitiva, un nuovo scenario: Carlo Bernardini lo attraversa da protagonista, con le sue opere, piccole o gigantesche, che nella loro esile conformazione svettano e si appropriano dell’intorno, disegnando geometrie luminose delineate nel perimetro di contenitori espositivi temporanei, in ritagli di cielo o specchiandosi nelle dinamiche di architetture metropolitane di cui diventano parte integrante.


Marcello Palminteri


in Artantis.info, n. 19, gennaio/febbraio/marzo 2015, Artantis Edizioni, Napoli



 
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